lunedì 2 giugno 2008

Bacon, Palazzo Reale, MIlano

"amo isolare la realtà, porla in un contesto del tutto arbitrario": Francis Bacon mi comunica solitudine, o ancora meglio isolamento. Le sue figure distorte mi fissano da gabbie vuote, la loro deformazione mi parla dei loro travagli interiori, delle angosce che ciascuno di noi porta con se. Non trovo i suoi quadri belli, ma estremamente intensi, quasi difficili da sostenere. Eppure quando lo ascolti parlare sembra un uomo così ostentatamente positivo. Lui dice "Ottimista, ma ottimista su niente", che è forse l'ossimoro più angosciante. E allora dietro la superficie luminosa e brillante del suo arancio o del suo rosa continuo a leggere lo "sporco sotto il tappeto" che ciascuno di noi nasconde.