ci sono delle parole perfette: sono quelle che esprimono pienamente il loro significato, lo rendono visivo e talvolta ne riproducono perfino il suono. Deragliare è una di queste, e ti ringrazio per avermela ricordata. Sento questa parola e vedo una rotaia, dritta e netta, i binari sono perfettamente paralleli, le curve impercettibili. E sento il suono, deciso e monotono che improvvisamente si deforma, stride, ed è tutto un precipitare, ineluttabile, inarrestabile... e c'è il baratro con un immenso rimbombo o solo un prato e il fumo che esce dal metallo arroventato.
Molte vite scorrono docili sui loro binari, alcune realmente tranquille altre solo in apparenza. Talvolta qualcuno deraglia, ed è il baratro oppure il prato e poi un nuovo binario.
La mia vita sembra procedere sulle sue rotaie. Peccato che spesso ho la sensazione di essere sul binario sbagliato.
Segni
L'uomo dei dadi
Luke Rhinehart
l'arbitrio assoluto è la massima libertà o la totale schiavitù? Luke Rhinehart è il grande folle o il genio più rivoluzionario? "l'uomo dei dadi" riesce ad essere al tempo stesso divertente e ansiogeno, con punte esilaranti e abissi di angoscia. E l'alternarsi delle percezioni dipende dal lettore, che può decidere se godere della provocazione o fermarsi a pensare se realmente la massima consapevolezza di se porta alla felicità oppure un po' di fatalità ci possa sgravare di qualche responsabilità di troppo. Geniale!
Una stagione selvaggia
Joe R. Lansdale, 1990
ed ecco il primo libro di Hap & Leonard. In realtà non regge il confronto con gli altri (sarebbe un 2 stelle, ma non riesco a darne solo 2 al grande Lansdale): Hap si è appena presentato, Leonard è un pochino sullo sfondo. Torneranno alla grande con Mucho Mojo. Eppure con l'apparire del cattivo di turno, l'inquietante Soldier, c'è già tutta la straordinaria capacità del maestro Joe R. di rendere vivi e unici i personaggi dei suoi libri. E mentre Hap si dondola cercando Venere, penso a quanto maledettamente mi piacerebbe battergli una mano sulla spalla. Alla prossima...
Non avevo capito niente
D. De Silva, 2007
ma che bello leggere un libro positivo, divertente, "leggero"! con una scrittura agile e splendidamente ironica Diego De Silva ci fa entrare nel piccolo caos di Vincenzo Malinconico, che a dispetto del cognome possiede la virtù di un umorismo contagioso. Ci sono pagine di puro divertimento e altre che nascondono riflessioni per niente banali. E tutto scorre, godibilissimo, senza fastidiose zavorre. ah! respiro di sollievo...
La solitudine dei numeri primi
P. Giordano, 2008
Possono due persone essere il naturale completamento l'uno dell'altra, eppure sfiorarsi sempre senza riuscire a trovarsi mai? Questo libro dice di si, e forse è per questo che me l'hai regalato. E' un libro di poca speranza, di errori passati pagati tutta la vita, di rifiuto a provare altre strade, forse "normali" ma non per questo meno giuste. Scorre via veloce nell'attesa che le cose si aggiustino, che ci sia un mondo migliore. Ma tutto quello che possiamo aspettarci, pare, è un'alba, contemplata con un barlume di serenità. E forse non è poco.
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