mercoledì 4 giugno 2008

I non luoghi

Camera d'albergo: oggettivamente diversa da quella della scorsa settimana, ma sostanzialmente uguale. E già il ricordo si sovrappone alle decine di camere simili, incontrate per poche ore e quasi sempre per puro caso: la consueta fila di riproduzioni acquistate al chilo, lo schermo piatto di semiordinanza, la moquette fantasia (troppo mimetica!), il copriletto tristanzuolo e il mio PC opportunatamente ambientato. Niente di insolito e così è come non esser-ci: si continua ad essere ma non si è in nessun luogo. L'anonimato, si sa, è confortevole ma triste. A volte però succede una piccola magia e la camera diventa lo sfondo di una conversazione, uno sguardo, un calore. Il disegno della moquette si stampa in mente, la superficie della scrivania resta sotto le dita, una nuova prospettiva svela il soffitto. Peccato che il giorno dopo la camera ritorni velocemente alla sua asettica neutralità. Ma forse è solo per prepararsi ad essere nuova testimone...